Perú: peligro por ingreso de los transgénicos

Idioma Español
País Perú

En momentos en que en nuestro país se discute la conveniencia del ingreso de semillas transgénicas para la agricultura, en otras latitudes ya se habla sobre las consecuencias de estas semillas en la economía, la salud, y la política

Por ejemplo en Argentina, que es uno de los primeros paí-ses de Sudamérica que permitió su uso, el diario Página 12 ha publicado una extensa entrevista a la investigadora Marie-Monique Robin, autora del best seller “El mundo según Monsanto”.

Como se recuerda, Monsanto es una de las grandes comercializadoras a nivel mundial de semillas transgénicas y herbicidas. La escritora Robin señala que los lobbys de esta empresa quieren hacer creer que los transgénicos van a terminar con el hambre y la malnutrición.

Sin embargo, la autora del best seller explicó que en el caso argentino la expansión de la soja transgénica va en detrimento de los pequeños y medianos productores. Dijo que las semillas que suministra la multinacional Monsanto, de nombre Roundup Ready, son fumigadas con el herbicida Roundup, el cual contamina las tierras debido a que es volátil y no es biodegradable.

Además, “los agricultores tienen que pagar regalías a Monsanto al utilizar las semillas, o les mandan a la policía. Es un negocio redondo. Lo mismo intentó Monsanto en la Argentina. Primero dijeron que no cobrarían regalías, pero en 2005 cambiaron el discurso por el de o nos pagan o vamos a un conflicto fuerte”, sostuvo.

Agregó que ya se sabe que el Roundup es cancerígeno, así como otros productos de Monsanto; como el PCB, la dioxina, entre otros, que ya fueron prohibidos.

La Primera, Perú, 5-8-08

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13/09/2008
MONSANTO (CAUSA DESASTRES), por Fabio Quattrocchi
brevetto alla Monsanto
Revocato alla Monsanto brevetto sul pane indiano, vittoria di Greenpeace e agricoltori

Greenpeace è stata informata dall'Ufficio Europeo dei Brevetti (Epo) che il brevetto EP 445929 della Monsanto, quello sul frumento indiano, è stato revocato, così come l'associazione aveva chiesto già all'inizio del 2004. Intanto la Monsanto, in aprile, lo aveva venduto a un'azienda sementiera francese, la R.A.G.T. Con la dichiarazione di quest'ultima di “accettare la revoca del brevetto”, l'Epo ha definitivamente formalizzato la decisione.

L'opposizione presentata da Greenpeace e sostenuta dalla Harat Krisnak Samaj, la maggiore organizzazione agricola indiana, si basava sul fatto che le caratteristiche descritte nel brevetto sono esattamente quelle che hanno fatto la fortuna del pane chapati (Nap Hal) presso i contadini asiatici: “Nel brevetto non c'è nulla di nuovo rispetto allo stato dell'arte del frumento che gli indiani conoscono e usano da centinaia di anni. Semplicemente vengono descritte in modo dettagliato le sequenze genomiche che sono state selezionate durante le coltivazioni” afferma Federica Ferrario, responsabile campagna Ogm di Greenpeace. Anche la Corte Suprema indiana aveva chiesto il ritiro del brevetto.

“È un successo per i coltivatori di tutto il mondo. Abbiamo dimostrato che si trattava di un vero e proprio furto della Monsanto ai danni dei contadini indiani. Nel mondo non dovrebbero esistere brevetti sulle sementi per garantire il libero accesso alle sementi e quindi la sicurezza alimentare”. Dopo la revoca, rimangono alcuni problemi: questo sul frumento indiano e simili brevetti sono stati autorizzati in Australia, Stati Uniti, Canada e Giappone.

Greenpeace chiede alla Monsanto di rinunciare a questi brevetti in tutto il mondo. “Chiediamo anche all'Unione Europea di rivedere la legge sui brevetti al più presto, per escludere che si possano brevettare le sementi. Quello della Monsanto è già il secondo caso di biopirateria dimostrata: nel 2003, l'Epo ha revocato un brevetto sul mais messicano dopo l'opposizione presentata da Greenpeace” conclude Ferrario.
http://www.ecplanet.com/canale/ecologia-6/ogm-135/0/0/14545/it/ecplanet.rxdf

http://www.edizionisalus.it/nuovo/salute_omeopatia_vaccinazioni/articoli_documenti/ogm_annullato_il_brevetto_monsanto_sulla_soia_gm